sabato 25 ottobre 2014

12. Vedere, toccare, odorare e gustare le cose

Rapa

VISTA

Ha le radici tondeggianti, è piuttosto tozza e ricoperta da una pellicina di colore rosso-violaceo, non edule, ovvero non commestibile. Se tagliata l'interno è formato da una pasta bianca o giallognola.
TATTO




L'esterno della rapa si presenta abbastanza duro e liscio (salvo alcuni "nodi" che possono formarsi sulla sua superficie) mentre l'interno è leggermente spugnoso.

OLFATTO



Se non viene tagliata la rapa risulta inodore. Se, invece, la si taglia emana un forte odore penetrante e molto pungente.

GUSTO
Se mangiata cruda ha un gusto molto forte ed amaro, la consistenza risulta spugnosa e gommosa. Una volta cotta perde un po' la spugnosità e la sua consistenza è molto più morbida. Il gusto è abbastanza amaro, ma lascia un retrogusto lievemente dolciastro.


Pestello

VISTA

Ha forma di bastone o di piccola clava con la testa battente arrotondata; è costituito da un'impugnatura e da una estremità più larga e pesante. È accompagnato dal mortaio che ha forma tondegggiante,  del tutto simile ad una ciotola molto robusta.
TATTO

È moldo duro perchè solitamente è costruito in legno duro, metallo, pietra, marmo o porcellana. Il legno è il materiale che risulta essere meno freddo al tatto. Deve essere solido perchè la sua funzione è quella di frantumare, ridurre in polvere o in poltiglia materiali vari.

OLFATTO



Risulta essere inodore, ma se si tratta di un pestello in legno, può assumere l'odore delle sostanze che sono state pestate.

GUSTO


 
Non ha gusto, ma se di legno assume il gusto delle sostanza che sono state pestate.

martedì 21 ottobre 2014

11. Covers&Comics

Cover 

 The Giant Turnip - Henriette Barkow

 Mr. Wolf and the Enormous Turnip - Jan Fearnley

 The rather small turnip - Laurence Anholt & Arthur Robins
The Gigantic Turnip - Aleksej Tolstoj & Niamh Sharkey

Comics


10. Art gallery. Still life


 Turnips in a Japanese Bowl - Ann Petrus Baker
Oil on canvas

 Still life with turnip - Robert Armetta
Oil on canvas

Turnip still life - Delilah Smith
Oil painting

Turnip  - John Duffy
Graphite pencil
Large and small turnips - Julie Y Baker Albright
Oil on canvas

  Still life with baby turnip - Tanja Moderscheim
Oil on canvas

domenica 19 ottobre 2014

9. Tavola botanica

Tavola botanica della Brassica appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, da cui deriva la rapa comune (Brassica rapa rapa); largamente coltivata come ortaggio, di cui si consumano, secondo le varietà botaniche, le foglie, la radice, le cime fiorite, il seme oleoso. È una specie a ciclo riproduttivo biennale, perciò il ciclo di coltivazione può essere annuale o biennale secondo il prodotto che si deve raccogliere.

mercoledì 15 ottobre 2014

8. Gustose ricette!

Rape con prosciutto gratinate.

Ingredienti:
  • 650 g di rape
  • Un mazzetto di prezzemolo
  • 50 g di prosciutto crudo tagliato in una singola fetta
  • 1 spicchio di aglio
  • 1/2 litro di latte
  • 20 g di burro
  • 2 cucchiai di grana grattugiato
  • Sale
  • Pepe in grani

 Preparazione:
Pelare le rape, lavarle, asciugarle e tagliarle a fette molto sottili. Salarle e farle riposare per almeno 30 minuti in uno scolapasta, affinché perdano l'acqua amarognola di vegetazione. Lavare il prezzemolo, asciugarlo con un telo e tritarlo finemente.
Lavare di nuovo le rape, porle in un tegame, irrorarle con il latte, aggiungervi l'aglio sbucciato e leggermente schiacciato con la palma della mano e un pizzico di sale e di pepe appena macinato.
Portarle lentamente a ebollizione e farle cuocere, a tegame coperto e a fuoco moderato, per 20 minuti circa, finché saranno diventate tenere. Scolarle con una schiumarola e disporne metà in una teglia precedentemente imburrata.
Distribuire sopra il primo strato il prosciutto crudo tritato grossolanamente, la metà del prezzemolo tritato e la metà del formaggio grana grattugiato. Coprire con le rimanenti rape.  
Far ridurre, a fuoco vivace, il fondo di cottura e versarlo sopra le rape. Cospargerle con il prezzemolo e il formaggio grattugiato rimasti.
Porre la teglia in forno preriscaldato a 190 °C e lasciare per 7 minuti circa, facendo gratinare la preparazione.

Il risultato finale:


Bisna: tradizionale polenta friulana a base di rape acide e fagioli, facile da preparare anche se richiede tempi lunghi di cottura.

Ingredienti:
  • 320 g di fagioli
  • 300 g di rape acide
  • 120 g di lardo
  • 100 g di farina di mais
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla
  • 40 g di farina 00
  • 2 foglie di alloro
  • Sale
  • Pepe
Preparazione: 
Per prima cosa preparate una classica zuppa di fagioli lessandoli in abbondante acqua insieme a 50 grammi di lardo macinato.
In un altro tegame fate stufare per circa 30 minuti, a fiamma dolce, le rape acide ridotte a listarelle sottili. Insaporite con l’alloro, il pepe, il sale e 30 grammi di lardo. Di tanto in tanto aggiungete un po’ d’acqua calda per lasciare in umido la preparazione.
Nel frattempo fate rosolare in 40 grammi di lardo lo spicchio d’aglio e la cipolla affettata, eliminandoli non appena si saranno dorati. A questo punto fate soffriggere la farina bianca fino a farla ben tostare.
A metà cottura dei fagioli, unite in pentola anche le rape prima stufate, la farina tostata e la farina di mais. Mescolate con un cucchiaio di legno, aggiustate di sale e pepe e portate a fine cottura procedendo a fiamma moderata.
Servite la vostra bisna non appena pronta, magari accompagnandola con crostini di pane.

Accorgimenti:
Non dimenticate che i fagioli vanno preparati dopo l’apposita fase di ammollo che generalmente è di 12 ore. Terminata questa fase, eliminate i fagioli galleggianti, scolate il resto e cuocete in abbondate acqua leggermente salata per circa 2 ore.

Idee e varianti:
Se amate il sapore dell’aglio e della cipolla, potete sempre lasciarli in padella, ma in tal caso tritateli finemente e aggiungeteli alla bisna in superficie, come decorazione finale.
Potete sostituire il lardo con la stessa quantità di burro.
Provate anche la variante alle patate in sostituzione dei fagioli

Risultato finale: 


Ingredienti:
  • 1 kg di rape fresche
  • 40 g di burro
  • 15 g di zucchero semolato
  • Brodo
  • Sale
  • Pepe
Preparazione:
Tagliate le rape a pezzetti regolari senza sbucciarle. In una padella lasciate fondere il burro con lo zucchero e, quando questo inizia a caramellare, unite le rape, mescolate, coprite e proseguite la cottura a fiamma bassa per 10 minuti. Scoprite il recipiente, regolate sale e pepe e, se necessario, ammorbidite il composto spruzzandolo con del brodo.



Ingredienti:
  • 750 g di rape
  • 500 g di patate
  • 100 g di burro
  • 10 cl di panna
  • Noce moscata grattugiata
  • Sale
  • Pepe
Portate a ebollizione due casseruola di acqua salata.
Pelate e lavate le rape, tagliatele a pezzi uniformi.
Pelate e lavate le patate, immergete la verdura nell'acqua bollente e lasciatela cuocere per venti minuti circa, finché la punta di un coltello vi affonda facilmente.
Quando le patate e le rape sono cotte scolatele e passatele o frullatele e asciugatele in una casseruola per qualche minuto a fuoco moderato.
Aggiungete la panna e il burro al purè; sbattetelo finché il burro è fuso e il purè morbido e cremoso.
Aggiungete noce moscata, sale e pepe.

martedì 14 ottobre 2014

7. Le origini della rapa.

Le origini.
Ci sono prove che la rapa sia stata coltivata prima del XV secolo a.C. A  quell'epoca era coltivata in India per i suoi semi oleaginosi. La rapa è una coltura ben consolidata in età ellenistica e romana. Saffo, una nota poetessa greca del VII secolo a.C, chiama uno dei suoi amanti Gongýla, "rapa". Zohary e Hopf notano, tuttavia, che "non c'è quasi nessuna documentazione archeologica disponibile" per aiutare a determinare la sua storia precedente e la sua seguente coltivazione. Forme selvatiche di rapa si trovano nell'Asia occidentale e in Europa, suggerendo che la loro coltivazione è avvenuta da qualche parte in quelle zone. Tuttavia Zohary e Hopf concludono, che "suggerimenti per le origini di queste piante si basano necessariamente su considerazioni linguistiche."

sabato 11 ottobre 2014

6. Musica!

Alcune canzoni che contengono la parola turnip (rapa).


Alcune canzoni che contengono la parola pestle (pestello).
  • Copy Haho - Pestle and Mortar
  •  

giovedì 9 ottobre 2014

5. Un po' di...Latino!

La parola rapa: "Brassica rapa subsp. rapa".
Le Brassicaceae o Cruciferae (note in italiano come crocifere) sono una grande famiglia di piante erbacee distribuite in tutti i continenti e in tutti i climi (senza escludere le regioni polari).
Il nome della famiglia (Brassicaceae) è stato proposto dal botanico italiano Teodoro Caruel (1830-1898) traendolo dal celtico bresic ("cavolo"), da cui derivano probabilmente anche il berza e verza di spagnoli e portoghesi e il varza romeno.
Il massimo centro di biodiversità per questa famiglia, in termini di numero di specie, è il bacino del Mediterraneo.

martedì 7 ottobre 2014

4. Proverbi e modi di dire

Rapa

  • Al francese un'oca, allo spagnolo una rapa.
  • San Luca cava la rapa e metti la zucca.
  • Se vuoi la buona rapa, per Santa Maria (15 agosto) sia nata.
  • Soldati del Papa, otto a cavare una rapa.
  • Trist'a quella state, che ha saggina e rape.
  • Cavare il sangue da una rapa.
  • Non si può cavare sangue da una rapa.
  • Todo a su tiempo, y los nabos en Adviento. - Proverbio spagnolo (Ogni cosa a suo tempo e rape in Avvento.)
  • Eerst eene raap, En dan een schaap, Daarna eene koe, En dan naar de galge toe. - Proverbio olandese (Prima una rapa, poi una pecora; accanto una mucca, e poi la forca.)
  • If there are many buyers in the market, the merchant doesn't wash his turnips. - Proverbio cinese (Se ci sono molti compratori al mercato, il venditore non lava le rape.)
  • A degenerate nobleman, or one that is proud of his birth, is like a turnip. There is nothing good of him but that which is underground. - Notebooks (1912), Samuel Butler
    (Un nobile degenerato, o chiunque sia orgoglioso della sua nascita, è come una rapa, che soltanto sottoterra ha qualcosa di buono. - Taccuini)
  • Soft words butter no turnips. - Proverbio irlandese (Dolci parole ma niente burro sulle rape.)

Pestello

  • Ogni mortaio trova il suo pestello.
  • You cannot separate fools from their foolishness, even though you grind them like grain with mortar and pestle.  - Bible Proverbs 27:22
    (Non si possono separare i pazzi dalla loro pazzia, persino se li si pesta come il grano con mortaio e pestello.)
  • Les philosophes font subir à la réalité, pour pouvoir l’étudier pure, à peu près les mêmes transformations que le feu ou le pilon font subir au corps : rien d’un être ou d’un fait, tels que nous l’avons connu, ne paraît subsister dans ces cristaux ou dans cette cendre. - Mémoires d'Hadrien (1951), Marguerite Yourcenar 
    (I filosofi sottopongono la realtà, per poterla studiare allo stato puro, press’a poco alle stesse trasformazioni che subiscono i corpi sotto l’azione del fuoco o del pestello: di un essere o di un avvenimento, quali li abbiamo conosciuti noi, pare non sussista nulla in quei cristalli o in quella cenere. - Memorie di Adriano)

3. La rapa e il pestello nella storia


  • Le rape all'epoca dei romani.
    Le rape, tradizionalmente, hanno fama di essere un vegetale poco appetitoso se non addirittura disgustoso. Nel corso della loro lunga e non gloriosa storia, le rape sono state cibo per mucche, maiali, pecore, poveri e disperati.
    Ai tempi dell'antica Roma, la rapa era l’arma contundente prescelta da scagliare contro figure pubbliche impopolari.

  • Le rape durante la guerra.
    Nel terribile “
    inverno delle rape” durante la Prima Guerra Mondiale, i civili tedeschi – a causa della perdita dei raccolti di patate e della scarsità di farina e pane – si ridussero a vivere quasi esclusivamente di rape, cosa che naturalmente non piaceva a nessuno, nonostante la pubblicazione di un utile (date le circostanze) e incoraggiante libro di cucina intitolato “Rape al posto delle patate”.

  • Le rape come motore della Rivoluzione Industriale.
    Le
    rape hanno comunque vissuto momenti positivi. Nel 18esimo secolo la rapa assunse un ruolo chiave in un sistema di coltivazione in cui ogni anno, a rotazione, nello stesso campo venivano piantati grano, rape, orzo e trifoglio. Il risultato fu uno spettacolare aumento della produzione di cibo. Non era più necessario che i campi rimanessero incolti: il trifoglio forniva al terreno una quantità di azoto più che sufficiente; e la resistente rapa – che si conservava anche d’inverno – forniva una quantità sufficiente di cibo per gli animali, così che i contadini non erano più costretti a macellare tutto il bestiame a novembre, con un conseguente aumento della disponibilità di latte e carne. La rapa contribuì così alla catena di eventi che condussero alla Rivoluzione Industriale, aumento della produzione di cibo e fattorie più efficienti.
    Un campo di rape.
  • Le rape nella storia dei fratelli Grimm.
    LA RAPA
    Due fratelli erano entrambi soldati, ma uno era ricco e l'altro povero. Il povero lasciò l'uniforme e si mise a fare il contadino. Zappò il suo pezzo di terra, e seminò delle rape. I semi germogliarono e crebbe una rapa che diventò grande e florida. Ingrossava a vista d'occhio e la si sarebbe potuta chiamare principessa delle rape. Questa divenne così grossa che occupava un intero carro e il contadino non sapeva che cosa farsene, non sapeva se la rapa fosse la sua fortuna o la sua disgrazia. Pensò di portarla al re come omaggio. Il re rimase molto sorpreso nel vedere una rapa così grande, pensava che il contadino fosse un favorito della fortuna. Il contadino spiegò di aver smesso di fare il soldato per coltivare la terra e guadagnarsi qualcosa; raccontò anche di avere un fratello ricco. Il re si impietosì e gli regalò un mucchio d'oro, campi, prati e greggi, e lo fece ricco, più ricco del fratello.
    Quando questi venne a sapere quello che il fratello aveva guadagnato con una sola rapa, lo invidiò e si mise a rimuginare come potesse procurarsi anche lui una simile fortuna. Così prese oro e cavalli e li portò al re, convinto di riceverne in cambio un dono molto più grande. Il re accettò il dono e disse che, in cambio, non avrebbe saputo dargli cosa più rara e preziosa della grossa rapa. Così il ricco dovette caricare sul carro la rapa del fratello e portarsela a casa. Si infuriò moltissimo e decise di uccidere il fratello. Assoldò dei sicari che fece appostare in agguato, poi con una scusa attirò il fratello nella trappola. Gli assassini gli si precipitarono addosso, lo legarono e volevano impiccarlo a un albero. Da lontano però un canto ed essi, spaventati, metterono il prigioniero in un sacco e lo issarono su un ramo. Egli da dentro riuscì a bucare il sacco e capì che il canto che aveva sentito era quello di un viandante che cavalcava nel bosco. Attirò l'attenzione del viandante dicendo di essersi infilato nel sacco della sapienza e di aver imparato moltissime cose. Così anche il viandante voleva entrare in quel sacco. Il viandante lo aiutò a scendere, slegò il sacco e lo liberò. Una volta entrato nel sacco si fece issare sul ramo. L'altro montò sul cavallo del viandante se ne andò.
    Jacob e Wilhelm Grimm.

  • La rapa nel folklore irlandese.
    L'ORIGINALE JACK O'LANTERN
    L'Irlanda ha portato la tradizione di intagliare le zucche con l'aspetto di Jack O'Lantern in America. Ma, l'originale Jack O'Lantern non era una zucca, le zucche non esistevano in Irlanda. Antiche culture celtiche scolpivano le rape alla vigilia di Ognissanti, e collocavano al suo interno un tizzone, per allontanare gli spiriti maligni. La leggenda di Jack O'Lantern risale a centinaia di anni fa nella storia irlandese.
    Stingy Jack era un miserabile, vecchio ubriacone che ingannò il Diavolo arrampicandosi su un albero di mele. Dopo che il Diavolo salì sull'albero, Jack Stingy mise frettolosamente delle croci attorno al tronco dell'albero. Incapace di toccare una croce,  il Diavolo fu così bloccato e Stingy Jack gli fece promettere di non prendersi la sua anima una volta morto. Il Diavolo promise e Stingy Jack rimosse le croci, e il Diavolo scese dal melo.
    Molti anni dopo Stingy Jack morì, andò alle porte del Paradiso e San Pietro gli disse che lui era cattivo e crudele, e aveva condotto una miserabile, inutile vita sulla terra, quindi non gli fu permesso di entrare in cielo. Poi scese all'inferno e il Diavolo mantenne la sua promessa e non gli permise di entrare all'inferno. Ora Stingy Jack era spaventato, non aveva nessun posto dove andare, se non passeggiare per sempre nel buio tra l'inferno e il paradiso. Chiese al Diavolo come poteva fare per lasciare quel posto così buio. Il Diavolo gli gettò un tizzone dalle fiamme dell'inferno, per aiutare Stingy Jack ad illuminare la sua strada. Jack aveva con sé una rapa che era uno dei suoi cibi preferiti; la scavò e mise il tizzone all'interno. Da quel giorno Stingy Jack si aggira sulla terra, senza un luogo dove riposarsi, illuminando il suo cammino con la sua "Jack O'Lantern".
    Una tradizionale rapa irlandese Jack O'Lantern del 20esimo secolo.

  • Il pestello nel folklore slavo, in Russia.
    BABA YAGA (in russo Бáба-Ягá)
    Baba Yaga è un essere soprannaturale che appare come una donna dall'aspetto feroce e deforme. Baba Yaga abita nel profondo della foresta, in una capanna sopraelevata che poggia su due zampe di gallina. Si sposta volando su un mortaio, utilizzando il pestello come timone e cancella i sentieri nei boschi con una scopa di betulla d'argento. Baba Yaga può aiutare od ostacolare coloro che incrociano il suo cammino.
Illustrazione ottocentesca di Baba Yaga ad opera di Ivan Yakovlevič Bilibin.
  • Il pestello nella mitologia africana.
    MITOLOGIA BANTU
    Nella mitologia Bantu la natura di Dio è spesso solo vagamente definita, anche se può essere associato con il Sole. In molte tradizioni, infatti, Dio vivrebbe nei cieli, proprio come nelle mitologie e nelle religioni occidentali. Diversi miti Bantu hanno lo scopo di spiegare la distanza tra Dio e gli uomini, ovvero il cielo e la terra. In molti miti delle origini il cielo e la terra erano più vicini gli uni agli altri, e vennero separati da Dio a causa di qualche disturbo causato dagli uomini. In uno di questi miti Dio si allontanò dalla terra perché le donne, nel macinare la farina nel mortaio, colpivano la sua pancia con i pestelli. In ogni caso,nelle religioni tradizionali Bantu, Dio è lontano e distaccato dalla terra e dall'umanità. Di conseguenza, poche pratiche religiose, se presenti, sono destinati ad adorarlo.
Mito della creazione nella mitologia Bantu.
  • Il pestello nella storia cinese.
    I GIOIELLI DEL MARE
    Un ragazzo cinese di nome Kwang-Su viveva nella città di Yo-chan con il papà e la mamma.I genitori proteggevano i loro bambini dai Geni malvagi facendogli indossare un nastro di seta rossa intrecciato nel codino o una catena d’argento intorno al collo poichè i Geni ne hanno paura. Il padre inviò Kwang-Su a studiare sotto la guida dell'uomo più saggio della città di Yun-nan. A diciotto anni, si tolse il nastro rosso dal codino e la catena d’argento, perché ormai era adulto. Quando compì vent’anni, il suo maestro non aveva altro da insegnargli e gli consigliò di tornare dai suoi genitori, consigliandoli di passare sul Ponte Indaco, dove avrebbe incontrato la sua futura moglie. Kwang-Su partì e, quando raggiunse il Ponte Indaco, era così stanco che si addormentò e sognò una ragazza che aveva una corda rossa legata intorno alla caviglia. Il ragazzo abbassò lo sguardo e vide che il suo piede e il piede della ragazza erano legati insieme dalla stessa sottile corda rossa. Capì che ella sarebbe stata la sua futura moglie. La ragazza si chaimava Ling-Ling e viveva vicino alla città di Yun-nan. Svegliatosi dal sogno riprese la sua strada e poco dopo si fermò ad una casa per chiedere da bere. Questa chiese alla figlia di riempire un bicchiere d'acqua e di portarlo al ragazzo e, quando la figlia apparve, era Ling-Ling, la ragazza del sogno. La mamma di Ling-Ling aveva dato alla figlia il potere di entrare e uscire dai sogni della gente, ma quando venne a sapere della corda rossa, non fu molto contenta poiché Ling-Ling era già stata promessa in sposa a un ricco signore. Ma la madre ormai sapeva che se la corda rossa legava veramente il piede di Kwang-Su con quello di Ling-Ling non avrebbe potuto fare nulla. Kwang-Su venne invitato ad entrare e su uno sgabello nella stanza c’erano un pestello ed un mortaio rotti. La signora disse che pestava le erbe magiche che i Geni le procuravano, ma si erano rotti e Kwang-Su si offrì di trovargliene di nuovi. Il pestello e il mortaio erano di giada e si potevano trovare solo nella casa dei Geni che si trovava sulla montagna che sovrastava il Mare di Gioiello. Se Kwang-Su le avesse portato degli attrezzi nuovi, avrebbe potuto sposare Ling-Ling. Il viaggio era stato molto lungo, faticoso e pieno di ostacoli e la mamma di Ling-Ling pensava che non sarebbe tornato vivo. Dopo una lunga camminata raggiunse il luogo dove otto Geni se ne stavano seduti su otto picchi innevati, guardando dall'alto il Mare di Gioiello, acque scintillanti con tutti i colori dell’arcobaleno, pieno di diamanti, rubini, zaffiri e perle; avrebbe voluto riempirsi le tasche. Siccome Kwang-Su aveva superato la prova gli otto Geni gli permisero di prendere il pestello e il mortaio di giada che, però, erano grandi e molto pesanti. Kwang-Su si chiedeva come avrebbe fatto a trasportarli. Quando gli venne in mente l'idea scese al Mare di Gioiello a raccogliere molte pietre preziose e le versò nel mortaio. Fece cadere sulle gemme il seme rosso che gli aveva dato Ling-Ling prima di partire, e in un attimo il pestello e il mortaio si rimpicciolirono. Riprese così il viaggio di ritorno. Giunto a Yun-nan scoprì che, poiché era stato via a lungo, la madre di Ling-Ling aveva detto a tutti che era morto e aveva organizzato una festa in onore del matrimonio della figlia con il ricco signore. Per fortuna il matrimonio non aveva ancora avuto luogo quando Kwang-Su arrivò. La madre era stupita nel vederlo. Kwang-Su offrì tre rubini al vecchio perché se ne andasse via; egli prese i rubini e se ne andò. Finalmente Kwang-Su e Ling-Ling si sposarono e vissero felici.
Illustrazione frontespizio - 1906
  • Il pestello nella mitologia giapponese.
    IL CONIGLIO LUNARE (in giapponese "tsuki no usagi" 月の兎)
    Il coniglio lunare è una creatura immaginaria presente nella mitologia e nel folklore di molti paesi dell'Estremo Oriente, ed in particolare di Giappone e Cina. Si tratta per l'appunto di un coniglio che vivrebbe sulla Luna. Deve la sua origine ad una pareidolia comune in Asia per la quale è possibile vedere, negli avvallamenti della faccia illuminata della Luna piena, la figura di un coniglio seduto sulle zampe posteriori a fianco di un pestello da cucina. Nel folklore giapponese il coniglio pesta del comune mochi nel tradizionale pestello giapponese, l'usu. Il suo mito si ricollega ad una antica fiaba buddhista, la Śaśajâtaka.
Il coniglio lunare.

2. Il pestello nel mondo...E in Italia!

Cosa per mangiare: PESTELLO


... In alcune lingue del mondo!

Paese Lingua Traduzione

inglese pestle
tedesco Stößel
francese pilon
russo пест
arabo مِدَقَّة

hindi मूसल
cinese
Chǔ
giapponese 乳棒
Nyūbō
svedese mortelstöt
finlandese huhmar
spagnolo majadero, mano del mortero
greco γουδοχέρι
polacco stępor
olandese vijzelstamper

...In alcuni dialetti italiani!

Regione Dialetto Traduzione
piemontese piston
lombardo pestòn
emiliano
(Bologna)
matsel
pugliese pistauro
campano pesaturo
sardo pistillum